mercoledì 24 aprile 2013

Stina Wirsén a Lecce


di Milena Galeoto

Di fronte alle immagini dell’artista svedese Stina Wirsén, mi viene in mente la parola “prodigio” per la forza sprigionata dai suoi disegni, capaci di suscitare emozioni sia a grandi sia a bambini. E’ stato piacevole osservare i visitatori durante l’esposizione delle sue opere, tenuta a Lecce, durante l’ultima settimana di Aprile, all’ex conservatorio Sant’Anna. Era come se tutti, italiani e stranieri (diversi in questi giorni d’estate anticipata) esprimessero un linguaggio comune: quello delle emozioni, riconoscibile dai loro sorrisi di piacere, coinvolti in un percorso molto suggestivo, alla fine del quale uscivano come se fossero stati illuminati da un nuovo significato. E vista la risposta del pubblico non si esclude la volontà, espressa dal Comune, di voler replicare l’evento.
Protagonista di quest’avventura artistica è una bambina illustrata dall’autrice nel libro Io, edito in Italia da Sonda Edizioni.
Una piccola creatura ritratta con lineamenti affusolati, come quelli di un neonato, capaci di suscitare tenerezza, seguita dallo stupore di vederla rappresentata in scene che ne delineano la forza, il coraggio, la libertà di essere se stessa. Un prodigio, appunto, come fosse la creatura di un racconto mistico, come un piccolo Buddha a mostrarci con saggezza le meraviglia della vita. Nuda, vestita solo di se stessa e dei suoi enormi occhi, pronta ad affrontare il suo viaggio con forza e meraviglia.
“…Adesso…” “…Presto…” “Eccomi, sono nata!” Queste sono le prime espressioni, incontrate nella sequenza d’immagini che restano impresse negli occhi e nel cuore. Parole e raffigurazioni che lasciano riaffiorare quell’intensa emozione che si vive di fronte a una nascita, davanti alla quale (ri)nasciamo anche noi, ripercorrendo le nostre vite con maggiore consapevolezza. Per queste ragioni, ho sentito l’istinto di adornare le pareti sulle quali erano esposte le sequenze, con petali di rose (realizzate con carta crespa) come quando si visitano i templi, perché la “vita” rappresentata in queste tavole ha un valore indescrivibile. E come ogni nascita che si rispetti nella tradizione del nostro Sud Italia, non potevo far mancare i candidi confetti di mandorle che ho voluto racchiudere dentro sacchetti di tulle, colorati di verde, viola, azzurro, rosso, giallo, con affissa la spilletta di Io. Con l’augurio che ciascun bambino possa crescere fiero dei propri colori, del proprio Io, come persona consapevole e realizzata.
Tra i tanti commenti rilasciati dagli ospiti, sullo straordinario talento della Wirsén, e il desiderio di voler vedere in Italia le serie dei suoi libri per bambini, esposti per l’occasione in lingua originale, le impressioni descritte dai bambini sono state la vera sorpresa.
Come quello di Fabiana (10 anni) che ha scritto: “Colorati, artistici e meravigliosi, il mio sguardo si è staccato da essi solo dopo 30 minuti. Spero che le mostre come questa siano numerose, perché ogni quadro è un'avventura nella creatività e nella fantasia personale, che è un modo di esprimersi.” E ancora, Francesca (8 anni): “E’ un mondo fantastico dove tutti sono diversi!”.
Insomma, dopo questa meravigliosa esperienza, di fronte all’autentica bellezza, posso confermare il benessere che ne scaturisce. Testimoni i sorrisi, le strette di mano e i grazie ricevuti in questi giorni. La stessa gratitudine e commozione che ho provato la prima volta che ho conosciuto Stina Wirsén a Stoccolma, nel suo atelier, di fronte al suo incredibile mondo costellato da innumerevoli creazioni artistiche. Alla sua contagiosa risata e leggerezza con cui descrive (con efficacia) gli aspetti della vita.
Per questo, sento di ringraziare Paola Costanzo e Antonio Monaco della Sonda Edizioni per aver voluto pubblicare in Italia un’autrice così originale, e promuovere, in questo modo, la cultura fuori dai modelli commerciali imposti dal mercato, permettendo ai bambini di contemplare la poesia e l’arte, essendo loro, naturalmente, dei critici esperti per la straordinaria capacità di “guardare dal basso”.