Paese Nuovo: A doppia voce. Intervista a Milena Galeoto e Martin Widmark

Ebbene esiste ancora una magia possibile. Quella delle piccole cose, dell’entusiasmo fatto di miracoli quotidiani che accadono e sono infiniti se l’occhio cambia visuale, ridiventa bambino e si riappropria della direzione giusta. Ed esistono persone, creative, colorate che conservano nel loro cuore il segreto per tutto questo. Si vestono di parole belle e sane, costruiscono grandi ponti tra il possibile e il realizzabile, e insegnano ai bambini e al bambino che portiamo in noi oltre il tempo, il sapore nuovo e denso della fantasia e il suo volo.
Milena Galeoto ha il sorriso aperto, la luce dello zenit nei suoi occhi nocciola e le braccia spalancate al bello. Un’attitudine misterica ma tanto radicata, ferma come il profilo della pietra delle nostre storie, ma viva come i tralci dell’uva ed il profumo della primavera. E’ una di quelle rare persone che ama far gruppo, creare da un sogno bellissime realtà, aprirsi al raggio di sole del confronto anche oltralpe. Milena Galeoto, di origini tarantine vive a Lecce, è traduttrice, coordinatrice editoriale di Martin Widmark, scrittore svedese, nato nel 1961 a Linköping ma residente a Stoccolma dagli anni ottanta, incontrato nel 2002, durante un lavoro di tesi sulla scuola svedese. Uno dei giganti della letteratura per ragazzi in Europa, soprannominato l’Agatha Christie dei bambini.
Fino ad oggi i suoi libri hanno venduto più di due milioni di copie nella sola Svezia.
I suoi gialli e la serie dell’agente antimostri Nelly Rapp, sono stati tradotti in venticinque lingue.
Ha vinto per sette anni consecutivi il Bokjuryn, un premio letterario svedese dove i bambini e i giovani di età compresa tra zero e diciannove anni, votano i loro libri preferiti.
Lui è lo scrittore più richiesto nei prestiti bibliotecari del suo paese, superando di gran lunga la leggendaria Astrid Lindgren. Martin ha dalla sua una vivace semplicità, che è la grandezza dei puri, di coloro che sanno quali sono le cose che contano, credono negli altri e sanno riconoscere la bellezza quando la vedono lasciandola fiorire libera in ciò che fanno.
Da un incontro e da una cooperazione così particolare e rara, tra Milena e Martin, non possono che venir fuori cose degne di attenzione e soprattutto dal valore e sapore buono.

  • Esiste secondo voi un ingrediente che possa alimentare l’alchimia tra due mondi, due realtà editoriali quali quella italiana e quella svedese? Qual è la differenza più grande dal vostro punto di vista?
Martin: Dar vita ad una storia significa essere consapevoli che sono coinvolti molti mondi differenti. L’ingrediente perché questi mondi possano incontrarsi è senz’altro il dialogo. Io ti parlo dal punto di vista di uno scrittore che cerca di essere libero dalle regole di mercato, desideroso di comunicare le storie che ama scrivere, per questo non so quale sostanziale differenza possa esserci tra le nostre realtà editoriali, io mi auguro che entrambe puntino a divulgare storie belle. Tuttavia, il trucco è quello di vedere questa duplice situazione culturale come un vantaggio e non come un problema. Non scrivo mai in base alle aspettative di un paese ma per l’immagine positiva che ho di quel paese, come l’Italia, ad esempio, perché questo da forza e ispirazione a quello che scrivo. La stessa forza che può trasparire dalle storie, motivo per il quale possono essere amate.
Milena: l’ingrediente è la ricerca del bello e il desiderio di poterlo condividere. Questo criterio ti permette di superare qualsiasi differenza, confine e far avvicinare mondi interi, anche quelli che apparentemente sembrano lontani dal tuo mondo sia geograficamente che culturalmente. In Svezia, riguardo l’editoria rivolta ai più giovani, c’è un’accurata scelta tra i testi che più di tutti possano rispondere a parametri educativi, nel pieno rispetto del bambino. Mi auguro che lo stesso accada nel nostro paese.
  • La diversità, il confronto, possono all’attuale diventare un punto di forza anche in un presente disarmonico come il nostro che punta sull’individualità a discapito del far gruppo? In che modo la fantasia può aggiungere valore ?
Martin: credo che sia stato Michelangelo a dire che il vero artista riesce a vedere la statua in un pezzo di pietra; una bella descrizione per spiegare anche il lavoro dello scrittore. Lo scrittore ha il compito di rendere libera l’idea dalla pietra. Scrivere è come quando arrivi in un posto dove puoi sentire la presenza di storie nascoste e , naturalmente, devi essere un’anima curiosa per trovarle. Quando sono venuto in contatto con il Salento e la Puglia quasi dieci anni fa - ho subito capito che era una terra piena di storie.
Milena: E’ proprio la diversità, a mio avviso, la fonte inesauribile che stimola nuove idee, è nell’incontro con l’altro, nel confronto che si può crescere, migliorare, sorprendere. Non potrei rinunciare a questa magia.
  • La Svezia incontra il Salento. E non è la prima volta. Martin arriverà qui da noi molto presto, domenica 1 maggio alle 17.00 per l’esattezza, con le sue meraviglie sarà ospite del Comune di Lecce ed incontrerà bambini e adulti presso la sala conferenze dell’ex Convento dei Teatini. Cosa potete dirci di più, cosa accadrà?
Martin: Milena, sicuramente tu saprai rispondere meglio a questa domanda.
Milena: questo evento che vedrà Martin nuovamente ospite di questa città, è un invito rivolto a grandi e bambini per risolvere un inedito giallo: “Il Mistero della Caffetteria Marsala”. Mostreremo loro, in forma di gioco, le linee guida per dar vita ad un giallo, delineando personaggi sospetti, indizi utili per le indagini e per formulare insieme le ipotesi per la risoluzione del caso. Un’occasione per conoscere curiosità da un paese come la Svezia.
  • Diceva Cesare Pavese che l’unica gioia o una tra le gioie di questo mondo è cominciare. Ed io trovo sia sempre affascinante farsi spazio nel meccanismo alfa delle esperienze artistiche. Martin parlaci del primo lavoro al quale hai lavorato con Milena, come è cominciata la vostra cooperazione? E tutte le volte, qual è la molla che fa scattare l’ispirazione per un nuovo libro?
Martin: Io non concordo pienamente con Cesare Pavese. E’ davvero una grande gioia quando inizi un progetto ma avere il coraggio di continuarlo è ancora più eccitante. Quando realizzi che la storia mostra di essere abbastanza forte per considerarsi viva: quello è per me il momento più magico ed emozionante della scrittura.
Quando io incontrai Milena capii immediatamente che la pensavamo allo stesso modo su come raccontare le storie ai bambini. Milena è stato uno di quell’incontri che ha sicuramente arricchito il mio mondo. “Dall’alto del cielo al fondo del mare” il nostro primo progetto, una storia per esprimere la mia gratitudine per quest’incontro che mi ha dato anche la possibilità di visitare una terra solare come questa.
Quando vuoi raccontare a un bambino come sembra il mondo, tu non dovresti descriverglielo – dovresti invece cercare di rendere il bambino così curioso da fargli aprire gli occhi e riuscire a vederlo da solo. L’ispirazione nasce dal mio “Io” bambino che ama essere sorpreso.
  • Milena tu ti occupi oltre che di curarne l’etimo, la traduzione e la nascita, anche di scrivere favole per bambini dall’alto spessore educativo. Essere bambini al giorno d’oggi non è affare da poco, in che modo è possibile coniugare il lato ludico della scrittura a quello formativo? Da mamma cosa ti auguri?
Milena: La parola chiave per comunicare con i bambini è “semplicità”. Semplificare il linguaggio, pulirlo dai costrutti cognitivi che, ahimè, affollano la mente degli adulti. Cercare di avvicinarci il più possibile al loro punto di vista, in che modo? Interagendo con loro, naturalmente. Sono loro ad indicarci il modo più adeguato per rispondere alle loro esigenze. Mantenendo viva la curiosità, richiamando anche quel famoso bambino che ci abita dentro con tutta la sua voglia di condividere l’avventura di una storia coinvolgente. Come madre, mi auguro che si possa dare più “voce” ai bambini, è l’unica strada per poterli rispettare davvero.
  • Il vostro è un binomio umano e creativo vincente. Ma spesso si avvale di altre presenze. Ci fate qualche esempio tra i tanti artisti che hanno collaborato con voi in qualità di illustratori, o che lo faranno in futuro? Quale il criterio unico di scelta?
Martin: Le persone che lavorano con me devono essere coraggiose e indipendenti. Abbastanza coraggiose da trasformare la mia storia dal loro punto di vista. Un illustratore deve aggiungere le sue riflessioni attraverso i disegni. Una buona illustrazione in un libro per bambini dovrebbe sempre aggiungere valore alla storia. Così le parole e le immagini creano una terza dimensione comune.
Milena: Per rendere vincente un progetto editoriale, è necessario lasciarsi contaminare da altre presenze. Ogni storia ha bisogno di nuovi colori, volti, ambientazioni e ciascun artista interpreta con la propria sensibilità, la storia che, alla fine, diventa di tutti per la cura che ognuno ripone.
In questi anni abbiamo incontrato diversi artisti, alcuni dei quali sono diventati delle importanti presenze. A partire da mio fratello Pietro Galeoto che ha ilustrato Från himmelens topp till havets botten (Dall’alto del cielo al fondo del mare) edito dalla Lindskog Förlag, casa editrice svedese; Marco Trisorio, col quale abbiamo realizzato Drömmarnas Park, (il parco dei desideri) edito sempre dalla Lindskog Förlag e Sovande Gud (il dio dormiente) in corso di realizzazione e tu, Irene, che sei stata per noi davvero una bella scoperta per interpretare La casa delle rose, in corso di realizzazione. Il criterio di scelta è legato alla storia, per cui si selezionano gli illustratori che meglio possono interpretarla in base al loro stile.
  • Dopo oltre dieci anni d’interscambio con la Svezia, di paziente formazione e assiduo lavoro dietro le quinte, coordinando autori nazionali e svedesi, nasce ”BRO”. Un nome emblematico e carico di significati per questa neo linea editoriale. Qual è il suo significato profondo nonché l’obiettivo principale?
Milena: Bro ha un doppio significato, in svedese vuol dire “ponte” ed è anche il diminutivo di “brothers”, vista la passione per l’editoria che condivido con i miei fratelli, Pietro (grafico) e Damiano (editor) dal tempo dell’università, quando per stare sulle spese c’era chi correggeva bozze, chi realizzava progetti grafici e chi, come me, assemblava il tutto per consegnare l’intero progetto editoriale.
  • Martin cosa bolle in pentola tra i tuoi nuovi progetti, puoi anticiparci qualcosa in merito alla tua scrittura? Oltre ai bambini, anche gli adulti sono tuoi assidui lettori: qual è il tuo intento in entrambi i casi?
Martin: In questo momento sto promuovendo la mia nuova trilogia del giovane Tyko flores, illustrato da Herik Tamm, creatore di Shrek e altri personaggi come Kung Fu Panda e Narnia. Siamo attualmente in contatto con una casa editrice americana. Inoltre sto scrivendo una nuova serie di libri sulle avventure di un giovane vichingo chiamato Halvdan. Scrivere libri storici è come lavorare con illustratori e traduttori che appartengono a una cultura diversa.
  • Vorrei in ultima analisi fare una domanda meno tecnica e forse figlia di quell’anima bambina che ci ha fatto incontrare. Qual è la favola che vi raccontavano da piccoli e che sentite più vicina al vostro cuore e perché?
Martin: Mio padre mi raccontava le drammatiche storie della sua infanzia, vissuta nell’estremo nord della Svezia, la Lapponia. Le storie erano piene di credenze popolari, morti improvvise ma anche tanto sarcasmo.
Io comprendo di portare con me il ricordo di quelle persone che non hanno cercato di proteggermi ma che mi hanno reso veramente libero. Io amo sapere che sto parlando a una persona vera e non all’immagine che quella persona vuole mostrarmi di sé.
Milena: Io ricordo come un sogno, una storiella che mi raccontava la nonna, un racconto popolare di una formichina che si voleva maritare e che faticava a trovare un marito silenzioso e allora tutti in fila, gli animali con i loro versi, fino ad arrivare al topolino che con un filo di vocina diceva… «fiu fiu fiù» raccontava la nonna, ipnotizzandomi ed io ero bella che addormentata, così, cara Irene, non so proprio come finisca la storia ma so di certo che è impressa nel mio cuore per la piacevole sensazione che questo ricordo mi regala ogni volta, di un affetto profondo e indelebile.

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